Ciao a tutti, questa credo sara' la penultima delle " puntate " sull'argomento fertirrigazione, nella prossima vedremo come preparare effettivamente le nostre soluzioni nutritive da distribuire alle piante, in questa penultima parte del ciclo vedremo concetti relativi all'analisi del substrato, alle sue caratteristiche, agli stadi fenologici, ad alcune caratteristiche dei vasi, all'analisi dell'acqua, all'influenza di alcuni nutrienti in particolare il potassio, all'adattamento delle soluzioni di fertirrigazione alle condizioni ambientali, ai problemi relativi alla mancanza o all'eccesso di fertilizzanti e ai vantaggi della fertirrigazione.
Iniziamo con l' esaminare le caratteristiche del substrato e la sua possibile analisi:
Funzioni dei substrati:•ancoraggio della pianta
•rifornimento d'aria alle radici
•riserva idrica e nutrizionale
Requisiti dei substrati:•adeguata ritenzione idrica
•sufficiente capacità di drenaggio
•uniformità e stabilità
•pH neutro o subacido
•sterilità e sanità (assenza di sostanze fitotossiche)
•costo contenuto
•facile approvvigionamento
•caratteristiche standardizzate e costanti nel tempo
Chiaramente si evince il concetto che per erogare una quantita' equilibrata di fertilizzante alle piante devo sapere se il substrato contiene gia' di suo alcuni dei componenti necessari alla coltura altrimenti correrei il rischio di erogare una quantita' troppo elevata di un determinato nutriente essendo il mio terreno o substrato gia' ricco dell'elemento in questione, oppure dovrei avere necessita' di acidificare o alcalinizzare un terreno o substrato troppo basico o acido.
TRATTO DA UN POST DI SFIZIO dal titolo " Fertirrigazione delle piante in contenitore" NEL FORUM "GUIDE ED ARTICOLI SCIENTIFICI"
Monitoraggio della coltura (2): l'analisi del substratoIn serra ed in vivaio è spesso necessario analizzare i substrati di coltura per meglio gestire l'irrigazione e la concimazione e chiarire, eventualmente, le cause di una crescita stentata delle piante o della comparsa di una fisiopatia d'incerta eziologia. Non sempre, però, è possibile ricorrere alle tradizionali (e costose!) analisi di laboratorio, soprattutto quando occorre avere una risposta “in giornata”.
Grazie alla ricerca scientifica ed allo sviluppo tecnologico nel campo del monitoraggio ambientale ed industriale, oggigiorno sono disponibili in commercio dei veri e propri laboratori tascabili con i quali è possibile misurare, in pochi minuti ed in modo sufficientemente accurato, il pH, la EC ed il contenuto dei principali elementi nutritivi dei substrati di coltura (azoto, fosforo e potassio).
Metodo dell'estratto acquoso
In una bacinella di plastica, si aggiungono circa 300-400 ml del campione costituito dal substrato prelevato da più vasi. Il substrato viene inumidito aggiungendo lentamente dell'acqua deionizzata e mescolando con una spatola, in modo da arrivare alla cosiddetta capacità idrica di contenitore (corrisponde alla quantità di acqua che il substrato riesce a trattenere contro la forza di gravità), facilmente riconoscibile dalla formazione di un velo di acqua libera sul fondo della vaschetta. Se il substrato è stato prelevato subito dopo un'irrigazione, è necessaria pochissima acqua. Successivamente, ad una bottiglia graduata contenente 450 ml di acqua deionizzata si aggiunge con un cucchiaio il substrato umidificato fino ad arrivare a 700 ml di volume totale, nel caso di un rapporto volumetrico di estrazione (substrato:acqua) di 1:1,5 (è il più usato). Si tappa la bottiglia, si agita energicamente per un minuto, si lascia riposare per mezz'ora, dopodiché si filtra; sul filtrato si effettuano le varie determinazioni ed i risultati sono confrontati con valori di riferimento come quelli della Tabella 6.
Metodo del percolato indotto
Il campione deve essere raccolto alla fine di un'irrigazione, dopo aver lasciato percolare l'acqua in eccesso. Dopo aver posto il vaso in un sottovaso, si aggiunge molto lentamente ed il più uniformemente possibile dell'acqua deionizzata sulla superficie del substrato. Il percolato, raccolto nel sottovaso, viene eventualmente filtrato (se troppo torbido) ed analizzato. Il metodo è apparentemente molto semplice, ma l'interpretazione è assai difficile (v. Tabella 7); indicativamente, i valori dei vari parametri non dovrebbero essere superiori a quelli dell'acqua di fertirrigazione. Il metodo richiede la standardizzazione del volume d'acqua aggiunto al vaso; orientativamente, per un vaso del 18 sono necessari non meno di 150 ml, in modo da raccogliere circa 100 ml di percolato.
Chiaramente per effettuare queste analisi e' necessaria una attrezzatura: PHmetro, Condutttimetro, ecc. per quanto mi riguarda non possedendo ancora tali strumenti mi sono regolato in questo modo, ho letto sulla confezione del terriccio acquistato il PH e l'EC del terriccio stesso e poi ho sottratto alla EC totale della soluzione adatta al peperone l'ammontare dell' EC del terriccio. Faccio un esempio pratico:
EC della soluzione consigliata per il peperone =
200Microsiemens/Cm. EC del terriccio =
65 Microsiemens/Cm. EC della soluzione nutritiva =
135 MIcrosiemens/Cm. Stessa cosa per il PH che pero'andava bene e quindi non e' stata necessaria alcuna correzione.
Vediamo ora la differenza tra le caratteristiche fisiche di un terreno e quelle di un substrato da coltura protetta
Allegato:
confronto substrati.jpeg [ 217.8 KiB | Osservato 5546 volte ]
Non solamente le caratteristiche del substrato in fluiscono sulle nostre coltivazioni ma anche le misure dei contenitori in particolar modo le altezze, nella figura seguente possiamo vedere come se noi prendessimo un vaso alto 18 Cm. e lo tagliassimo in nove fette alte due Cm. l'una, e poi potessimo analizzare l'acqua contenutanelle singole fette dopo un irrigazione vedremmo che la disponibilita' di acqua nelle varie fette ma anche di fertilizzanti nel caso della fertirrigazione e' proporzionale all'altezza del vaso nelle proporzioni seguenti:
Allegato:
SSC.jpeg [ 320.23 KiB | Osservato 5546 volte ]
Quindi la saturazione di acqua nel vaso passa dal 69% al 32% dal fondo alla cima.
Introduciamo il concetto di " stadio fenologico " che significa che le piante attraversano dal momento della germinazione a quello della fruttificazione una serie di fasi di crescita diverse nelle quali dovrebbero essere nutriti in modo diverso, alcune di queste fasi sono:
Le prime due settimane di vita che definirei inizio crescita e radicazione
La fase vegetativa
La fase di fioritura
La fase di fruttificazione
alcune tecniche di fertirrigazione tengono conto di queste fasi e preparano delle diverse soluzioni nutritive a seconda dell'esigenza della pianta:
TRATTO DA UN OPUSCOLO DELLA DITTA
HAIFA PRODUTTRICE DI FERTILIZZANTI:
Allegato:
fenologico.jpeg [ 95.16 KiB | Osservato 5546 volte ]
Tratto dal web.Facciamo ora l'esempio di una coltura di pomodoro in cui la distribuzione di elementi nutritivi viene definita e suddivisa per ciascuna fase fenologica in maniera non proporzionale all'intervento irriguo.
Coltura: pomodoro da mensa
Resa: q/ha 800
Durata del ciclo: gg 133
Per ciascuna fase fenologica occorre definire i rapporti ottimali fra gli elementi
Radicazione: due settimane:
N = 2
P = 3
K = 1
Vegetazione: cinque settimane:
N = 1
P = 1
K = 1
Fruttificazione: dodici settimane:
N = 2
P = 3
K = 4
( ho dovuto trascrivere la tabella a mano perche' sto editor delle balle non mi permette di importarla )
Da notare che in entrambi i casi durante il periodo di fruttificazione la richiesta di potassio da parte della pianta quadruplica.
Per quello che mi riguarda ho trovato una formula a stadio unico e per tutta la durata della coltivazione ho erogato sempre la stessa quantita' di fertilizzanti, anche se il medesimo opuscolo della
HAIFA pubblica uno studio comparato sulla diversa quantita' di potassio erogata ad una piantagione di peperoni mantenendo invece l'apporto di azoto invariato e la quantita' del raccolto variava da
venti a
trenta tonnellate/ettaro.
Allegato:
potassio.jpeg [ 157.52 KiB | Osservato 5546 volte ]
e per chiudere l'argomento della " personalizzazione " delle percentuali degli elementi nutrienti nelle soluzioni nutritive lo stesso opuscolo proponeva un esempio di formula ad hoc per la coltura del peperone nel territorio Olandese con caratteristiche peculiari climatiche, in particolar modo la bassa traspirazione delle foglie , e la bassa EC dell' acqua.
Allegato:
condizioni ambientali.jpeg [ 71.03 KiB | Osservato 5546 volte ]
Veniamo ora alle problematiche che potrebbero in sorgere tramite la carenza o l'eccesso di fertilizzanti:
Eccesso di fertilizzanti: Ben di rado in pratica si ha un eccesso di elementi minerali nel terreno. Nella coltivazione in vaso si può avere invece un accumulo di sali che può risultare tossico per le radici e per la pianta. Essendo però i fertilizzanti impiegati molto solubili è sufficiente generalmente qualche “lavaggio” con acqua pura per ristabilire un giusto equilibrio. Il problema diviene grave soprattutto quando non si irriga correttamente (si utilizzano piccole quantità di acqua e spesso) e quando la pianta subisce stress idrici. In tal caso la concentrazione del plasma cellulare (il contenuto liquido delle cellule) aumenta per mancanza di acqua e la pianta diviene molto più sensibile all’effetto tossico dei fertilizzanti. Quella che viene normalmente classificata come "overfertilizzazione" è spesso dovuta ad una errata pratica di irrigazione.
La quantità massima dei fertilizzanti applicabili dipende da molti fattori e può essere differente per ogni situazione. In generale, l’aumento di produzione non è direttamente proporzionale alla quantità di nutrimento disponibile, ma ha un’andamento logaritmico, cioè aumentando progressivamente la dose di nutrimento l’entità del raccolto aumenta sempre meno finchè si raggiunge un punto in cui ulteriori aggiunte cessano di avere effetto. Questo punto dipende dalla luce disponibile, dalla temperatura, dallo stadio di sviluppo della pianta e dalla sua genetica.
Sintomi di fertilizzazione eccessiva sono specialmente evidenti per l’azoto. Le foglie sono di un verde eccessivamente scuro e i tessuti sono eccessivamente allungati e molli. Se l'eccesso persiste, il sistema radicale può danneggiarsi e morire, e i sintomi sono simili a quelli della siccità o mancanza di acqua: appassimento delle foglie, disseccamento delle punte e dei margini, ingiallimento e caduta delle foglie.
Ho creduto di fare cosa gradita nel pubblicare un " problem solver " per riuscire ad analizzare i sintomi delle piante
Tradotto da OG il seguente schema diagnostico, può dare ulteriori indicazioni
Nutrient Disorder Problem Solver
Version 1.1 - Feb. 1998 - distribution okay Per usare il problem-solver, partire semplicemente dal punto 1 seguente. Quando credete di aver identificato il problema, leggete la sezione Nutrienti per capire meglio la questione. Diagnosticate con attenzione prima di applicare modifiche sostanziali.
1. o Se il problema interessa solo la parte inferiore o mediana della pianta andare al punto 2.
o Se interessa solo la parte superiore o l’apice vegetativo saltare al numero 10.
o Se il problema sembra interessare tutta la pianta in modo uniforme saltare al numero 6.
2. o Le foglie sono uniformemente gialle o verde chiaro, muoiono e si staccano; la crescita è stentata. >> Carenza di azoto (N).
o Altrimenti andare al numero 3.
3. o I margini delle foglie sono girati all’insù e le punte possono essere ricurve. Le foglie ingialliscono (e possono diventare brune), ma le venature rimangono abbastanza verdi >> Carenza di magnesio (Mg).
o Altrimenti andare al numero 4.
4. o Le foglie imbruniscono o ingialliscono. Macchie gialle, brune o necrotiche (morte), specialmente vicino ai margini della foglia, che può essere arricciata. Le piante possono apparire troppo alte. >> Carenza di Potassio (K)
o Altrimenti continuare a leggere.
5. o Le foglie sono verde scuro o rosso porpora. Steli e piccioli possono avere del rosso o porpora. Le foglie possono diventare gialle o arricciarsi verso il basso. Le foglie possono distaccarsi facilmente. La crescità può essere lenta e le foglie piccole. >> Carenza di Fosforo (P).
o Altrimenti andare al numero 6
6. o Le punte delle foglie sono gialle, brune o morte. Le piante sembrano altrimenti sane e verdi. Gli steli possono essere teneri. >> Eccesso di fertilizzanti (specialmente N), eccesso di acqua, radici danneggiate o insufficiente aerazione del terreno (usare più sabbia o perlite. Occasionalmente dovuto a insufficiente N, P o K)
o Altrimenti andare al numero 7
7. o Le foglie sono ripiegate in basso come un corno d’ariete, e sono verde scuro, grigio o oro >> Eccesso di fertilizzanti (troppo N).
o Altrimenti andare al numero 8
8. o La pianta è appassita, sebbene il terreno sia umido >> Eccesso di fertilizzazione, suolo saturo di acqua, radici danneggiate, malattia; carenza di rame (molto rara).
o Altrimenti andare al numero 9
9. o Le piante non fioriscono anche se hanno 12 ore di buio per più di due settimane >> Il periodo notturno non è completamente buio. Troppo azoto. Troppe potature e taleaggi.
o Altrimenti andare al numero 10
10. o Le foglie sono gialle o bianche, ma le venature sono per la maggior parte verdi. >> Carenza di Ferro (Fe).
o Altrimenti andare al numero 11
11. o Le foglie sono verde chiaro o giallo a iniziare dalla base, mentre i margini rimangono verdi. Macchie necrotiche possono apparire tra le venature. Le foglie non sono arricciate. >> Carenza di Manganese (Mn).
o Altrimenti andare al numero 12
12. o Le foglie sono ritorte. Per il resto, circa come al numero 11. >> Carenza di Zinco (Zn).
o Altrimenti andare al numero 13
13. o Le foglie si torcono, quindi diventano marrone o muoiono. >> Le lampade possono essere troppo vicine alle piante. Raramente una carenza di Calcio o Boro.
o Altrimenti….Postreste avere solamente una pianta debole
Per finire un esempio di cio' che tratteremo nella prossima e ultima puntata le soluzioni nutritive:
l'esempio riportato mette in relazione gli elementi esistenti nell'acqua e li sottrae dalla quantita' di fertiizzanti che avrebbero dovuto essere usati per la coltura in questione.
Allegato:
esempio di calcolodi sol.nutr..jpeg [ 156.92 KiB | Osservato 5546 volte ]
Per il momento ciao a tutti, Renato.